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L’identità plurale di Gorizia raccontata a Roma
L’84.mo Congresso internazionale della Società Dante è stato anche l’occasione per presentare i progetti del Comitato goriziano per Go!2025

Nel corso dell’84.mo Congresso internazionale della Società Dante, tenutosi a Roma la scorsa settimana (giovedì 12 e sabato 14 settembre), è intervenuta in qualità di relatrice anche la presidente del Comitato di Gorizia, Antonia Blasina Miseri. Davanti a una platea di centinaia di persone provenienti da tutto il mondo, Blasina Miseri – che insegna inglese ai licei Slataper di Gorizia e italiano all’Università Juraj Dobrila di Pola – ha colto l’occasione per illustrare la realtà multiculturale in cui opera il proprio Comitato: «Ne è conferma il cartello quadrilingue che si incontra all’ingresso della città dove appare il nome Gorizia, Gorica, Gurize e Görz. Oggi, proprio per la sua identità plurale, Gorizia, superate le lacerazioni del passato, è non solo un laboratorio di convivenza e di apertura ma anche un laboratorio di crescita comune».

I progetti per Go! 2025

Il suo intervento ha quindi richiamato la funzione di Capitale europea della cultura che, nel 2025, Nova Gorica e Gorizia saranno chiamate a esercitare unitamente. Non mancheranno, infatti, iniziative culturali promosse anche dagli italianisti isontini, a cominciare dal giorno stesso dell’inaugurazione di Go! 2025, fissato per l’8 febbraio, in coincidenza con la Giornata della cultura slovena. «Attorno a quella data – ha annunciato la docente – il nostro Comitato propone di allestire la mostra “Dove il Sì suona. Gli italiani e la loro lingua”, in una veste rinnovata, nella biblioteca civica “France Bevk” di Nova Gorica». Sia l’esposizione, sia il relativo catalogo saranno bilingui, in sloveno e italiano. La mostra sarà occasione di incontro tra le varie comunità, con interventi di studiosi e docenti italiani, sloveni e croati.

La presidente ha poi fatto presente che a Nova Gorica l’italiano viene insegnato in diverse scuole secondarie e parlato fluentemente da molte persone. Da qui l’idea di un altro progetto: «Sarebbe mio desiderio l’apertura di un Comitato transfrontaliero Gorizia-Nova Gorica, che rientrerebbe nello spirito di GO! 2025, a cui si affiancherebbe un nuovo Centro certificatore Plida (Progetto lingua italiana Dante Alighieri). Il centro potrebbe diventare un punto di riferimento anche per la possibilità di organizzare corsi di formazione e aggiornamento per insegnanti di italiano, in quanto l’italiano, dopo l’inglese, è una delle lingue più studiate non solo in Slovenia, ma anche nelle altre repubbliche della ex Jugoslavia».

Il Congresso

La tre giorni romana è la seconda volta consecutiva che vede l’esponente del Comitato di Gorizia partecipare ai lavori in qualità di relatrice, dopo l’edizione di Buenos Aires del 2019. «Si tratta di un riconoscimento della peculiarità di Gorizia», ha affermato Blasina Miseri, riferendosi alla propria presenza attiva in quello che senz’altro rappresenta uno dei più importanti eventi dedicati all’italofonia nel mondo. L’edizione appena conclusasi ha visto i delegati della Dante ricevere dal Quirinale – dove ha avuto luogo la cerimonia inaugurale – anche il plauso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Questa rete ha una grande passione che consente grandi risultati, non inferiori a quelli di altri paesi europei, malgrado la grande differenza che vi è di supporto pubblico su questo fronte».

A riflettere sulle ragioni di questi risultati è stato lo stesso presidente della Società Dante, Andrea Riccardi, per cui «l’italiano non è una lingua imperiale, ma nemmeno provinciale: è creativa e portatrice di un’idea di umanesimo, di cultura e di futuro, è una lingua-mondo». Questa lingua, per Riccardi, è capace di reggere il confronto con le frontiere del mondo globale e a cui dall’estero e dall’Italia in molti si rivolgono per esservi connessi: «È il caso degli “italsimpatici” – le persone che si avvicinano all’Italia per la cultura e l’arte, la musica e lo stile di vita – ma anche dei tanti italiani di diverse origini che in Italia, e in italiano, hanno scelto di costruire le proprie vite e raccontarsi, protagonisti di un’Italia più grande dei suoi confini».

Tra i vari ospiti intervenuti al congresso, oltre al neoministro della Cultura Alessandro Giuli e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, c’è stata anche Edith Bruck, scrittrice ungherese naturalizzata italiana, tra le ultime testimonianze viventi della Shoah. Per quest’ultima: «L’italiano è una lingua che trascina nella scrittura. Non ho trovato altre lingue con questa “finta” facilità, perché fornisce temi e parole nuove. È una lingua che ti aiuta, ti soccorre anche nelle difficoltà».

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